L’apprendista Befana

Giu 08, 15 L’apprendista Befana
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Nell’ultimo incontro dell’Epifania della Via dell’Oracolo, lo scorso gennaio, Shama Viola, l’attuale “Befana”, si preparava a passare le consegne alla nuova incaricata al ruolo, per poi scoprire che l’opinione degli appartenenti alla Via dice che, per ora, è opportuno che Shama tenga il ruolo e prepari un’apprendista Befana. (La Befana è un ruolo dentro la Via dell’Oracolo che è annualmente affidato a una persona nel giorno dell’Epifania; durante l’anno, la Befana periodicamente condivide messaggi di saggezza con la comunità. E’ un ruolo giocoso, nato quasi per scherzo e a poco a poco cresciuto).

Tra i nomi indicati dalle persone c’è il mio. Mi sale una curiosità verso questa eventuale nuova avventura, sono tentata dai divertenti arredi scenici e cappelli, ma durante l’incontro rimango silenziosa… perché sono cauta ad accettare nuovi ruoli senza capire fino in fondo cosa significano, sapendo che un disinvolto “sì” può trasformarsi in grande necessità di impegno e costanza.) In ogni caso, il momento passa e tutto sembra andare in un’altra direzione perché non sento più notizia della Befana.

Poi, il mese scorso, Shama mi scrive dicendo che nella sua ricerca di un’apprendista, ha utilizzato il pendolino radiestesico e l’indicazione è stata che la prossima Befana dovrebbe essere Quaglia Cocco. Del resto, l’indicazione precedente era venuta da una sala piena di oracolanti, avrei dovuto immaginarlo!

Quindi dopo una consulenza con Shama per cominciare a entrare dentro le scarpe della Befana, eccomi con il mio primo articolo.

A volte possiamo trovarci lontani da Damanhur o altri spazi sacri e cari a noi, per vari motivi, a trovare parenti, per viaggi di lavoro, molti iniziati vivono quasi sempre fisicamente distanti da Damanhur, anche se il desiderio è di esserci pienamente nel cuore, nelle comunità e nei Templi dell’Umanità. In queste situazioni brevi o lunghe, non c’è motivo per sentirsi sconnessi dalla distanza, perché siamo noi i primi Templi, nella sacralità del nostro corpo, laboratorio alchemico di eccellenza, contenitore di conoscenza e memorie. Nella mia vita da viaggiatrice e danzatrice, ho imparato come ricollegarmi con un senso del sacro, anche nei luoghi più sperduti, attraverso il respiro, il movimento, la consapevolezza del corpo come strumento di risveglio. Consideriamo la sacralità della danza in tradizioni diverse, per capire meglio com’è universale questo concetto del corpo-tempio, con apertura rituale al divino attraverso il movimento. Quasi tutti i popoli della terra hanno pratiche di Danza Sacra, ovviamente anche il nostro!

sacred dance

Eccone alcuni danza sacre:

I dervisci dell’ordine Mevlevi del sufismo fondata dal poeto mistico Rumi a Konya, Turchia negli anni 1200. La cerimonia del “Sema” significa “ascoltare” e rappresenta un viaggio trascendentale verso la perfezione, attraverso l’Amore, accompagnato da musica, canto, preghiere. I dervisci, con una disciplina molto precisa, danzando e girando per delle ore, raggiungono stati elevati di coscienza, a volte anche uscendo dal corpo (che continua a girare). Con le braccia a ‘T’, mano destra in su per raccogliere dall’alto, mano sinistra giù per riversare alla terra.

dervishes

Poi, c’è l’Anastenaria una danza “estatica” dei greci, cristiani ortodossi, in cui una persona viene posseduta dal Santo Costantino e danza sul fuoco senza farsi male.

I nativi americani praticano diversi danze sacre in cerchio e la “Ghost Dance” (danza dei fantasmi), che collega i vivi con gli spiriti dei propri defunti, per aiutare il tribù.

In India, ci sono belle danze classiche rituali, ad esempio l’Odissi che va verso la precisione dei movimenti, usa varie posizioni che si chiamano “Bhangas”, una è la “Tribhangi” (tre parti), che richiede movimenti isolati della testa, petto e bacino. Ogni angolo dello sguardo e posizionamento delle mani e le dita racconta un significato.

Odissi

La danza rituale moderna di Gurdjieff è quella che forse assomiglia di più alla Danza Sacra damanhuriana. Nella danza di Gurdjieff, la conoscenza dei passi (basati su ricerca della tradizione Sarmoung sufismo e buddhismo in Asia e in Africa) è tramandata da una generazione di iniziati all’altra, ogni gesto rappresenta una verità cosmica che l’osservatore può leggere come un libro.

Quaglia Cocco

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