Comunità, individui, superindividuo

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Una delle parole sulle quali riflettiamo di più, negli ultimi tempi, a Damanhur, è “superindividuo”: è così che Falco Tarassaco definiva la grande creatura collettiva formata da tutti noi, un obiettivo da raggiungere mediante il dare il meglio di sé, il fidarsi degli altri, l’imparare a muoversi come un corpo formato da tante cellule.
La scommessa di Damanhur è sempre stata quella di costruire una “comunità di individualisti”, basata cioè sull’equilibrio tra gruppo e individuo.
Un organismo comunitario evoluto è come un orologio: deve essere formato da pezzi diversi, fortemente specializzati.
Occorrono quindi forti individualità, massima specializzazione, forte caratterizzazione e la capacità di far parte di un organismo unico.
Spesso una forte connessione tra le persone avviene quanto l’individualismo è basso o fortemente controllato. Viceversa, gli individualisti spesso rifuggono non solo la vita comunitaria ma anche connessioni troppo strette con gli altri.
In effetti mettere assieme rotelle, bilancieri, lancette e tutto il resto per formare un orologio funzionante non è cosa facile.
All’origine dell’umanità è proprio la specializzazione che ha permesso il salto evolutivo trasformando le forti connessioni tribali in un rapporto semplificato di scambio, prima il baratto e poi il mercato.
M’immagino i primi fabbri talentuosi che si accorsero di essere diversi e preziosi per gli altri e che questo poteva diventare un vantaggio personale, come se il fegato si mettesse in proprio, si ponesse fuori dal corpo e contrattasse con esso quali vantaggi sarebbe disposto a concedergli per i servigi finora scontati.
Questo sistema ha effettivamente dato dei frutti: sotto la pressione dell’interesse personale ci siamo sempre più specializzati e chi ha talento ha potuto trasformarsi in grande filosofo, scienziato, poeta, ecc.
Ma se oggi l’umanità vuole fare un salto evolutivo deve imparare ad assemblare tutti questi pezzi in organismi più complessi perché, per quanto una lancetta sia perfetta, non sarà mai un orologio. Ed ecco la scommessa di Damanhur: la comunità di individui, dove il gruppo contribuisce a formare personalità autonome, e personalità autonome imparano a stare insieme!
Cinghiale Equiseto
…che meraviglia…