Crescere in comunità

Feb 24, 14 Crescere in comunità
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La rivista Aam Terra Nuova ha pubblicato un’intervista con 5 giovani da 14 a 23 anni che sono cresciuti in comunità ed ecovillaggi italiani. Gli intervistati sono Elena dalla Città della Luce, Ada da Noceto, Ludovico, Mattias e Guglielmo da Upacchi, Setna da Damanhur. Eccone alcuni estratti.

Iniziamo subito con un domanda “semplice”: che cos’è per te un ecovillaggio?

Mattias e Ada: Secondo noi un ecovillaggio è una realtà di persone che hanno deciso di vivere insieme in un luogo che dà loro la possibilità di realizzare i loro desideri, che sia l’autosufficienza o la crescita personale. È importante che l’ecovillaggio si interessi per la natura e che gli abitanti ne rispettino i valori.Mattias-Schweitzer

Secondo te, perché gli adulti della tua comunità hanno scelto di vivere nell’ecovillaggio?

Setna: Per essere poetici: per cambiare il mondo. Perchè animati da forti ideali hanno scelto di lottare per una vita ricca di sogni e esperienze, in cui gli altri sono davvero una parte di noi come una vera civiltà è parte armonica dell’ambiente naturale, per poter creare un proprio spazio nel mondo in cui è possibile creare un nuovo paradigma anzichè seguire all’infinito quelli che hanno portato il pianeta e la civiltà umana al punto in cui è.

Secondo te, quali sono i motivi che maggiormente creano tensioni nella tua comunità? E come vivi i momenti di tensione?

Guglielmo: Credo che alla base dei conflitti “veri” che ci sono nel mio villaggio ci sia un fraintendimento di fondo sulle aspettative che ognuno degli abitanti aveva per questo posto. I momenti di tensione penso siano normali, ci sono anche nella semplice vita quotidiana, senza dover gestire un villaggio, e sono anche necessari perché portano alla luce nodi irrisolti da sciogliere.Guglielmo-Marino

Secondo te, come vengono considerati gli adolescenti e i giovani nella tua comunità?

Setna: Secondo me i giovani sono molto amati dall’intera comunità, che magari a volte non riesce a comunicare come vorrebbe con noi, ma gioisce di ogni nostro successo e se un giovane intende partecipare alla vita della comunità o prendersi delle responsabilità tutti sono disposti a lasciargli lo spazio necessario.

Quando ti sei accorto di vivere in una casa diversa da tutti i tuoi amici di scuola, come ti sei sentito?


Mattias e Ada: All’inizio fortunato: potevamo fare esperienze completamente diverse dagli altri bambini e soprattutto non ci annoiavamo mai anche senza la TV. Verso il periodo adolescenziale dove ognuno cerca di omologarsi alla sua generazione, anche noi ci siamo sentiti diversi con la paura di non essere accettati. Ma con il tempo passa tutto e ti senti ancora più fortunato.Ada-Keller

Che rapporto hai con gli altri ragazzi della tua comunità e con i coetanei che abitano altrove? Qual è la più grande differenza che noti?


Mattias e Ada: Con i ragazzi all’interno della comunità abbiamo un rapporto più sincero, probabilmente perché condividiamo tante esperienze e le storie delle nostre vite e questo ci fa sentire come “fratelli”. In realtà questa è la più grande differenza che notiamo tra i coetanei della comunità e gli altri amici.

Puoi dirmi qual è la cosa che ti piace di più del vivere in una comunità?

Ludovico: Del mio villaggio la cosa che più mi piace è il silenzio rumoroso della natura, il suono delle feste e delle risate nonché l’ottima pizza del forno.

…e quella che ti piace meno?


Ludovico: Quando sento tensioni, o sento che non c’è spirito e forza di andare avanti, di migliorare come ecovillaggio… ed essendo fuori casa e giovane, mi sento impotente.

Che rapporto hai con la natura?

Elena: Bello… Da piccola parlavo con il vento, e per questo mia mamma mi chiamava “Canta col vento”.ELENA-GIVANI

Mattias e Ada: La natura è sempre stata fondamentale per noi. Abbiamo imparato a rispettarla, amarla e conoscendola, abbiamo scoperto la sua importanza: ci dona tutto ciò che ci serve per vivere, nutrirsi, bere, curarsi.

Se pensi al futuro, cosa provi? Perché?


Setna: Entusiasmo e positività, credo che sia possibile scegliere il nostro futuro anche se il compito sembra titanico, ma non da soli.

Che cosa consiglieresti ai genitori che stanno per andare a vivere in un ecovillaggio?

Ludovico: Vorrei dire loro che fanno bene, non tanto per l’ecovillaggio in sé che è di sicuro una bella scelta, ma perché i loro figli saranno a contatto con un mondo vero, genuino e sporco di terra… Consiglierei allo stesso tempo di mandare i figli a studiare fuori dalla comunità in modo che si confrontino con il resto creandosi una propria strada, dei propri interessi e delle proprie opinioni.Ludovico-Ravelli

Se ti pensi da grande, dove sogni di vivere? In un ecovillaggio, un appartamento, in città, in una comunità, con altri coetanei?

Elena: Vorrei vivere all’estero, a Londra o in America, avere la mia casa e viaggiare in tutto il mondo

Ludovico: Di sicuro in un posto verde, immerso in una realtà che mi faccia stare bene e che condivido, dove non so. Forse in una giungla o su una spiaggia nell’oceano o ancora nel mio villaggio, chissà. Per adesso preferisco non guardare troppo oltre, ma di sicuro non mi immagino in un appartamento in città!
Mattias e Ada: Il mondo e i nostri sogni cambiano continuamente ma di sicuro non vorremo tornare a vivere stabilmente nel nostro ecovillaggio nel prossimo futuro, prima vogliamo dare il tempo a nuove esperienze, poi ci penseremo
Setna: In una comunità, probabilmente la mia.Setna Bernini